“Un Manager che esclude la possibilità di tagliare i costi non è un Manager” M.Lolli
Nell’evoluzione dell’economia di mercato e nel tempo dell’Industria 4.0, un azienda mediamente strutturata non avrebbe bisogno di un manager esterno che selezioni gli esuberi e si occupi di comunicarlo ai dipendenti interessanti.
L’Imprenditore che investe da anni o il CEO si porrebbero qualche domanda: “A cosa mi serve lo Human Resources Manager o lo stesso Ufficio HR ?” se devo rivolgermi a un Temporary Manager.
Una breve premessa:
uso da anni una “metafora funzionale”, paragono le aziende con problematiche di esuberi al fitness o alla nostra salute.
Se ci trascuriamo e prendiamo troppi chili, non possiamo lamentarci se non facciamo quello che realizzavamo prima, il passo successivo è cominciare a sviluppare patologie anche gravi e il passo successivo è anche il più doloroso.
Allo stesso modo, un imprenditore che si trova ad affrontare un periodo di “stagnazione” cerca il sistema per abbattere i costi aziendali.
Quando il fatturato dell’azienda subisce una contrazione di mercato più o meno pesante, si rendono necessarie delle scelte dolorose, compresa la riduzione del personale per cercare di conservare in equilibrio i conti.
Il rischio che si corre, altrimenti, è che l’azienda smetta di essere in equilibrio finanziario e si ritrovi ad affrontare una crisi di liquidità più o meno grave soprattutto se viene a mancare la visione di lungo periodo riducendo le possibilità di crescita aziendale.
Un’azienda ha il dovere di conservarsi in salute, non solo è un dovere verso i soci, gli azionisti, ma anche verso i clienti, i fornitori e gli stessi operatori, purtroppo è facile comprendere che sia meglio licenziare alcune risorse rimanendo sul mercato piuttosto che chiudere cedendo alla concorrenza.
Ma non tutti gli HR Manager hanno le attitudini per “Ristruttare” nel modo corretto; e questa è parte della risposta al quesito iniziale.
Purtroppo, e anche questo fa parte della risposta, gli stessi HR Manager, ritenuti dalla proprietà o dal CEO non più “performanti”, a volte ricadono loro stessi nella ristrutturazione spesso perché ormai troppo coinvolti con le risorse o comunque con la forza lavoro.
La ristrutturazione aziendale mirata, è quindi la strada più accessibile, l’importante però è non cadere nella logica del mero taglio dei costi.
La Consulenza da parte di una società esterna può, dove è possibile, cercare dei progetti alternativi, quali la rotazione o la riduzione delle ore attraverso il part-time o la ricollocazione delle risorse attraverso l’offerta in outsourcing.
Il Consulente Aziendale Esterno non deve essere un mero “Tagliatore di Teste”, termine peraltro di cattivo gusto; ma il Temporary Manager deve essere in grado di offrire un serio progetto di ristrutturazione aziendale, non escludendo che lo stesso Manager sia parte attiva in un piano di rilancio commerciale.
Dal 2008 al 2011 e per ulteriori 5 anni dal 2012 al 2017 ho avuto il piacere di seguire una start-up, nata dalla volontà di 2 giovani Imprenditori con qualche collaboratore a Partita IVA; nacque l’Ufficio Commerciale, l’Ufficio Gare e l’Ufficio del Personale.
Quando il tuo Patrimonio Aziendale è formato per l’80% da Risorse Umane, non puoi nemmeno pensare di delegare la Gestione HR all’improvvisazione (magari ad un familiare di fiducia con tanta buona volontà ma che dimenticava di costituirsi..), come era stato fino a quel momento; impiegai i primi 3 anni a ristrutturare la funzione letteralmente da zero.
Grazie all’aiuto ed al sostegno dei Titolari, il Commerciale era dinamico e dava ottimi risultati e le Gare d’Appalto (con il vecchio D.lgs 163/2006) mi diedero grandi soddisfazioni professionali e personali.
Furono necessarie scelte dolorose, ricostruendo i Rapporti e le Relazioni Industriali, si vinsero cause ben preparate già dalla lettera di licenziamento, nella stragrande maggioranza dei casi si risolse tutto in pre-contenzioso; perché se quel gruppo voleva crescere doveva fare a meno degli pseudo manager di cui i proprietari si erano circondati e del personale che non credeva al progetto.